“Margherita e punto.” è la favola che sta conquistando i lettori più aggiornati: piccolo libro autopubblicato su Amazon, parla della storia di Margherita, anche se la sua non è tanto diversa da quella mia, da quella di chiunque di noi.
Margherita mi ha affascinata dal primo istante e la sua creatrice è stata così disponibile e gentile che non potevo non approfittare di un’occasione del genere per farle un’intervista e condividerla con tutti voi.
“Margherita e punto.” è una storia capace di destare curiosità sia prima che dopo la sua lettura: con questa intervista, io e la sua autrice speriamo di soddisfarle tutte.
Da cosa è nata una storia così particolare quanto efficace come questa?
Era da un po’ che dicevo agli amici: “Voglio scrivere la storia di una ragazza che a furia di essere piantata si trasforma... Beh, sai in cosa!”. Tutti mi guardavano come se fossi impazzita! In testa, poi, la vita ha aggiunto un po’ di ispirazioni rispetto al progetto originario. Maurizio, per esempio, nella prima bozza non era contemplato, anche se poi ha avuto un ruolo cruciale nell’evoluzione della protagonista.
Concordo, penso che Maurizio sia quello che dia veramente il via a tutto, anche se, poverino, forse era l’unico che teneva per davvero a Margherita o sbaglio? Pensi che, se si fossero incontrati in un diverso momento della vita, le cose sarebbero andate diversamente?
Penso che Maurizio ci tenesse davvero a Margherita. Se si fossero incontrati in un altro momento, probabilmente le cose sarebbero durate di più, ma non credo che sarebbero cambiate. Margherita, a quel punto, aveva già raggiunto la consapevolezza di se stessa e di quello che stava cercando, mentre Maurizio forse non aveva ancora raggiunto quel livello. Solo imparando a stare bene da soli si può capire chi si vuole avere al proprio fianco.
E questo può portare a fare delle rinunce, dico bene? Il fatto di non poter più stare con la sua famiglia o i suoi amici... Margherita l’ha accettato perché ha trovato il suo posto di fianco all’albero, ma non sono forse rinunce un po’ grandi da sopportare?
Credo siano delle grandi rinunce, ma, forse, rinunciando alla famiglia o agli amici, Margherita sta lasciando anche quello che non è o non sente più di essere per potersi sentire libera di esprimersi, senza giudizi o costrizioni... La ricompensa è più grande della rinuncia: trovare qualcuno che la accetti per quello che è, semplicemente.
Quindi, come ho già detto, il suo posto nel mondo è di fianco all’albero e nelle vesti di una gerbera rossa. Il fatto che sia qualcosa di completamente diverso da una margherita mi è piaciuto molto, ma quanto è stato coraggioso per te, in un’epoca in cui la donna femminista aspira ad una vita di successi, lavoro e spesso solitudine mascherata da indipendenza, scegliere che la tua protagonista diventasse finalmente donna solo dopo aver trovato l’anima gemella e capito di dover stare a contemplare il mondo da un vaso?
Credo che tutte le donne, tutti gli esseri umani ambiscano in primis alla felicità. Talvolta la si può scambiare per il successo, i soldi, l’indipendenza... Margherita invece scopre che la felicità può risiedere anche nel contemplare il mondo da un vaso. In questo credo rispecchi una tendenza recente, quella del ritornare alle proprie origini, al preferire l’essenza rispetto alla forma. Io vedo la trasformazione di Margherita come una conquista più che una sconfitta.
Anch’io l’ho vista come una grande conquista. A chi consiglieresti di cambiare radicalmente la propria vita per stare con la persona che potrebbe essere quella giusta? Dico, qualcuno “in particolare” e quale ulteriore consiglio daresti a questa persona o tipo di persona?
A tutte quelle ragazze che non riescono ad accettarsi per quelle che sono e conducono la vita che “è giusta”, ma, poi, giusta per chi? Per i propri genitori? Per gli amici? A tutte quelle persone che vivono ingabbiate nei limiti di regole e comportamenti dettati da altro, dall’educazione, dalla società... A tutte queste persone consiglierei di chiedersi se è esattamente quella la vita che desiderano e, se così non fosse, prendere il coraggio a due mani e cercare di cambiarla.
Adesso una domanda un po’ più tecnica: chi è l’autore delle illustrazioni?
Le illustrazioni sono di un disegnatore professionista che ho contattato dopo aver visto alcuni suoi lavori. Ha letto la storia e in totale libertà ha deciso cosa rappresentare nelle sue illustrazioni. Anche la copertina è frutto di una sua idea.
Sono davvero belle, in realtà, ho pensato che fossero tue, visto quanto siano adatte ai vari passaggi. Quindi, non sei stata sola nell’autopubblicazione? Vale anche per quanto riguarda la storia in sé?
No. La storia è tutta opera mia. Mi giravano le parole in testa da mesi, poi un giorno ho deciso di cominciare a scriverla e l’ho ultimata nel giro di poco. A quel punto ho cercato un illustratore che desse l’impronta di favola al mio racconto.
È nata così Margherita.
Per la pubblicazione, poi, ho usato Amazon, che offre un servizio di self publishing. Parallelamente, ho aperto il profilo Instagram e distribuito prima delle cartoline e poi qualche copia del libro in giro per Milano.
Credo molto in questa storia e mi auguro possa trovare il suo pubblico.
Sono sicura che Margherita andrà molto lontano, la sua storia merita di essere letta e tutti meritiamo di leggere la sua storia. Ne hai già in mente un’altra?
Almeno un paio a dirla tutta! Una prima idea è fare una raccolta di lettere, la seconda invece è incentrata sul tema della lettura dei tarocchi... Vedremo!
Wow, hai scelto tre temi parecchio diversi, ma molto interessanti! Ultima domanda: se dovessi scegliere un’unica frase per descrivere il tuo libro e allo stesso tempo convincere altre persone a leggerlo, quale sarebbe?
Le tue parole mi incoraggiano davvero, ringrazia la tua amica da parte mia! Se dovessi scegliere una frase, forse sarebbe quella della quarta di copertina: “Margherita sono io, sei tu, siamo noi... Leggilo perché, tra le righe della mia storia, forse potrai trovare un po’ della tua”.
Le parole dell’autrice non potrebbero essere più giuste di così, ma, in realtà, ho scoperto che non servono chissà quali frasi per consigliare il suo libro, non c’è bisogno di molte parole; ad una mia amica, infatti, è bastato vedermi sorridente e soddisfatta alla fine della mia lettura per decidere di leggerlo anche lei e regalarlo alla figlia. “Perché penso che ogni donna, grande o piccola, debba leggerlo.” ha detto e io mi permetto di aggiungere un’altra cosa: non solo le donne.
Comentarios