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#BlogTourLaCittàDiOttone Falco in magia: l'animale guida che si nasconde dentro l'uomo


Mia balbettante bambocciona banda di babook, finalmente eccomi qui con il mio articolo per questo grande evento che vede protagonista il nuovo romanzo fantasy edito da #OscarMondadori (che non smetterò mai di ringraziare), "La città di ottone" di S. A. Chakraborty, articolo dedicato alla figura del falco nella magia.


FALCO IN MAGIA:

L'ANIMALE GUIDA CHE SI NASCONDE DENTRO L'UOMO


Il falco, nella magia, ha un significato particolare ed è un animale guida molto importante per l'uomo: venerato dalle religioni antiche, da sempre simboleggia la lotta tra il Bene e il Male, la compresenza di luce e tenebre, Sole e Luna, intelligenza e volontà di elevarsi.

Animale tanto affascinante quanto regale, il falco vola anche tra le pagine di questa storia.


"[...] attraverso calde e ventose sabbie piene di creature di fuoco; nelle vecchie rovine di una città metropolitana meravigliosa, e attraverso montagne dove i falchi non sono quello che sembrano, giace Daevabad, la leggendaria città di ottone"

Già dalla trama, ci viene dato un piccolo indizio sulla presenza di queste creature misteriose.

"I falchi non sono quello che sembrano": sembra quasi una minaccia, ma vediamo prima di capire, a prescindere dal ruolo che la Chakraborty riserva loro all'interno di questo primo libro della Trilogia di Daevabad, che ruolo abbia la figura del falco nella magia e nelle culture mistiche che si sono sviluppate nel corso della storia del mondo.


Essendo il falco un animale presente quasi in tutto il mondo e tra i primi volatili ad abitare la Terra, nel corso dei secoli, molte civiltà l’hanno identificato come animale sacro, rendendolo spesso protagonista di miti e leggende tramandati ai posteri.

Animale tra i più veloci, è anche uno dei predatori più temuti, con una vista acuta e una capacità di attenzione e osservazione elevata: questo portò gli antichi Egizi ad associarlo alla divinità Horus, dio dalla testa di falco inizialmente associato alla sola caccia, ma successivamente venerato anche come dio del cielo e del Sole dalle capacità visive sovrannaturali, che si andavano ad unire alla chiaroveggenza, ad una profonda coscienza e conoscenza e alla capacità di controllare ed equilibrare la natura attraverso i quattro Elementi – Aria, Acqua, Fuoco e Terra – e, infine, identificato come la divinità protettrice dei faraoni, divinità regale e maestosa quanto il suo animale simbolo e così importante da portare i faraoni perfino a far mummificare centinaia di falchi da custodire con sé nelle proprie tombe. Ispirati dagli Egizi, anche i Greci captarono l’importanza di questo animale, immaginandolo come messaggero del dio Apollo, mentre le culture europee, più pratiche, lo associarono alle rispettive divinità della caccia, temendolo e venerandolo allo stesso tempo.

I falchi sono tra gli animali guida più potenti: gli animali guida – o animali di potere o anche animali totem – appartengono da sempre alla tradizione sciamanica e sono spiriti in stretto contatto con le forze dell’universo; secondo questa tradizione, ognuno di noi dispone, fin da bambino, di (almeno) un alleato animale, che non si limita ad essere un semplice animale domestico o da compagnia, ma un vero e proprio prolungamento della propria anima. Simbolicamente, infatti, il falco è associato alla determinazione e al potere della visione e, tra gli animali guida, ha il ruolo di messaggero, ruolo che apparentemente può sembrare poco importante, ma che in realtà significa che il verso del falco e il suo arrivo in un determinato luogo preannuncia sempre un evento particolare, sia che questo sia positivo o negativo; ecco perché il falco come animale totem è visto come rappresentazione della conoscenza, soprattutto della conoscenza del futuro, della visione, della tutela e della sapienza in genere.

Non a caso, le persone il cui animale di potere è il falco sono persone determinate, pronte al cambiamento perché in grado quasi di prevederlo attraverso il loro spirito acuto di osservazione e intuizione, persone sognatrici e ottimiste, che sono in grado di trovare facilmente il proprio equilibrio e di passare a proprio piacimento dal sognare fra le nuvole al restare coi piedi per terra, nonostante spesso il loro entusiasmo e la loro impulsività li porti a perdere tatto e pazienza. Il falco, però, in caso di necessità, spinge le persone a cui è legato a non agire d’istinto, ma ad elaborare una strategia ben precisa, in modo da raggiungere nel modo migliore i propri obiettivi, non abbandonando nemmeno per un secondo il proprio animo coraggioso e la propria indole da leader. Precisi all'estremo e dalla grande ambizione, i falchi riescono a creare dei percorsi di vita invidiabili ai più potenti, sempre pronti a intraprendere nuove avventure e nuovi progetti, non accettando in alcun modo la possibilità di fallimento.

Curiosa è anche la versione che si ha del falco nelle Sacre Scritture, dove gli viene affibbiata un’identità ambivalente: il falco selvatico è visto come simbolo del Male, quello addomesticato della conversione al Bene e quello incappucciato della speranza cristiana nella redenzione, perché il falco, forte e ingegnoso, con la sua vista sovrannaturale, riesce a vedere la luce anche in una terra immersa nelle tenebre.


Allora, come si inseriscono queste maestose creature all'interno de "La città di ottone"?

ALLARME SPOILER

Ho atteso in maniera quasi morbosa l'arrivo di un falco nel corso della storia, conoscendo già il tema a cui mi sarei dedicata per il blog tour ed essendo stata incuriosita dalla frase nella trama; devo dire che la versione dataci dall'autrice ha superato le mie aspettative: io avevo immaginato che ci sarebbero stati dei falchi particolarmente pericolosi o con delle abilità magiche che permettevano loro di comunicare con gli umani e tra loro e, invece, sono rimasta sorpresa dai falchi davanti a cui mi sono ritrovata, esattamente come ne rimane sorpresa la stessa Nahri.

I falchi con cui ci ritroviamo ad avere a che fare sono in realtà dei mutaforma e, al primo incontro, Nahri ci fa capire che si tratta di esploratori che pattugliano regolarmente la città e le terre circostanti, capaci quindi non solo di osservare molto attentamente, ma di pensare, parlare, trasformarsi in figure umane - e la descrizione che la Chakraborty ci riserva del passaggio dalle piume alla pelle è molto facilmente immaginabile nella mente di chi legge -, dimostrando di essere a tutti gli effetti degli esseri senzienti, anzi, anche dalla personalità più acuta - e sicuramente più regale - delle semplici persone.

In fondo, cosa ci si poteva aspettare da dei falchi inseriti in un fantasy dall'atmosfera così mistica?


Ora, prima di lasciarvi fantasticare, vi ricordo la data del mio prossimo articolo:


16 giugno: #ReviewParty "La città di ottone", S. A. Chakraborty


Mentre voi la segnate sull'agenda, vi lascio qui un po' di cosine che vi saranno utili: i link per pre-ordinare il libro e visitare le mie pagine YouTube, Etsy e Instagram, le info e la trama del libro e due foto per tenere a mente tutte le tappe di questo #BlogTour organizzato da Infermieranerd e la_stanza_dei_libri... Alla prossima balbettata!



TITOLO: La città di Ottone

AUTORE: S. A. Chakraborty

EDITORE: Mondadori

PAGINE: 528

PREZZO DI COPERTINA: 22,00 TRAMA: Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


IN LIBRERIA DAL 16 GIUGNO


Siete pronti a viaggiare verso la Città di Ottone insieme alla vostra Babbling Babook?




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