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#02 THE LATE BABBLING SHOW: Irene Adler presenta il review party e blog tour dedicato a Holmes

Aggiornamento: 31 ott 2020


Benvenuti , balbettanti, in questa seconda puntata del Late Babbling Show!

Come sapete, sono molto impegnata ultimamente, ma i libri chiamano e in qualche modo devo pur parlarvene. Questa volta, per parlarvi della nuova raccolta di racconti ispirati al mitico Sherlock Holmes che proprio oggi è entrata a far parte della famiglia degli Oscar Draghi, ho pensato di farmi aiutare da una persona che, nonostante abbia passato poco tempo al fianco di Holmes, lo conosce meglio di noi: oggi, lascio la parola a Irene Adler.

Grazie del benvenuto, erano anni che non venivo presentata così in pompa magna ad un pubblico, da quando ho smesso di cantare e mi sono trasferita a Londra: ho lasciato il New Jersey per inseguire il mio sogno e distinguermi come contralto nei più grandi teatri del mondo e la mia voce è arrivata a risuonare perfino alla Scala di Milano, ma è all’Opera di Varsavia che la mia vita è cambiata ed è lì che, senza nemmeno saperlo, ho mosso i miei primi passi verso il detective più famoso di sempre.

Tuttavia, sono passati cinque anni prima che ci incontrassimo. Il signor Holmes fu incaricato dal re di Boemia per recuperare la foto che ci ritraeva insieme e che metteva a repentaglio il suo matrimonio con la principessa scandinava di cui non mi interessa nemmeno ricordare il nome. Custodivo con estrema cura quella foto dietro una parete scorrevole nella mia casa londinese e mi resi subito conto dell’interesse di Holmes per quel mio piccolo tesoro.

In realtà, il nostro non fu un primo incontro usuale e non lo fu nemmeno il secondo: conobbi Sherlock nelle vesti di uno stalliere ubriaco che, per una serie di cose, si ritrovò a fare da testimone al mio matrimonio col mio caro marito e amico, l’avvocato Norton, e, quando ci incontrammo ancora, si presentò a me come un prete… un prete molto vivace, considerando che si trovò nel mezzo di una rissa e dovetti prendermene cura tra le mie mura domestiche.

Fu allora che tentò di portarmi via la foto, ma io fui più furba di lui e, quando tornò per prendersi ciò che cercava, non trovò altro che una mia foto in abito da sera e una lettera con cui gli dimostravo la mia vittoria su di lui.

Da quando fuggii con mio marito, non lo incontrai mai più, ma so per certo di essere rimasta nella sua memoria come la donna, l’unica ad averlo mai battuto. Non a caso, il re in persona diceva, parlando di me: “il viso della più bella fra le donne e la mente più decida fra gli uomini” e il mio cognome sembra essermi stato fin da sempre di buon auspicio: aquila in tedesco.

Non mi spingerò mai a dire di essere stata l’unica donna a scaldare il cuore del freddo Sherlock Holmes, ma posso dire per certo di essere stata colei che ne ha sorpreso l’intelletto.

Quando mi è stato chiesto di commentare i cinque racconti affidati a Giada di Babbling Babook, mi sono sentita onorata di poterlo fare; non si tratta di racconti scritti dal vero nostro ideatore, ma vedere quale impatto abbia avuto sulla letteratura del suo tempo e successiva è sempre un’emozione unica. La casa editrice ha fatto un ottimo lavoro nella suddivisione delle storie in diverse sezioni a seconda dell’epoca o dell’approccio al personaggio e ho trovato interessanti le presentazioni dedicate agli autori subito prima dei loro racconti.

Prima di parlarvi dei cinque racconti assegnati, meglio seguire le tradizioni del blog e darvi qualche informazione:

TITOLO: Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes

AUTORI VARI

GENERE: Giallo, Raccolta di racconti

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Oscar Draghi

DATA D'USCITA: 27 ottobre 2020

FORMATO: Cartonato

PAGINE: 982

PREZZO: €28,00

LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)

TRAMA: Il più grande investigatore di tutti i tempi vide la luce dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle nel 1887 ed è stato protagonista di quattro romanzi e oltre 50 racconti, che non sono bastati a narrarne tutte le vicende. Quella lacuna viene colmata da altri scrittori tutti di grande calibro che si sono cimentati con il personaggio da cui è nata la letteratura poliziesca. Da Neil Gaiman a Stephen King, passando per Anne Perry, Antony Burgess e molti altri, sono in tanti ad aver voluto regalare nuove vite all'investigatore di Baker Street. I loro racconti sono riuniti in questo volume.

RACCONTI LETTI: “Gialli finiti male: le avventure di Sherlow Kombs” di Robert Barr, “La scatola di legno” di Leslie S. Klinger, “Lo smascheramento di Sherlock Holmes” di Arthur Chapman, “Scambio d’identità” di Colin Dexter e “La contessa scomparsa” di JonKoons.

Fondamentale, a mio parere, è stata la sincerità di chi ha curato l’edizione nell’ammettere che non tutte le opere contenute siano dei capolavori, ma è senza dubbio sempre utile conoscere tutti i mille volti della fama: c’è chi ti elogia, chi tenta invano di imitarti, chi ti critica ingiustamente, chi fa della satira su di te, chi si ispira a te e chi preferisce farne una parodia (a volte, risultando lui stesso ridicolo).

Se in Gialli finiti male: le avventure di Sherlow Kombs la parodia si trova al confine tra l’imitazione e la critica, ne Lo smascheramento di Sherlock Holmes, l’intento di denigrare il personaggio di Holmes non acquisisce mai lo charme giusto che vorrebbe: nel primo caso, è evidente quanto Barr avesse studiato a fondo e senza pregiudizio l’operato del suo contemporaneo e già celebre Doyle, lo si legge nello stile allo stesso tempo simile ed enfatizzato, nel ritmo volutamente accelerato e alla fine un po’ confuso, quando il finale ribalta le ipotesi dell’ – a quanto pare non tanto – infallibile investigatore; al contrario, nel breve racconto di Chapman, solo l’incipit sembra ricordare la penna di Doyle, mentre il resto è un confuso tentativo di sminuire Holmes in uno stile scialbo che non entusiasma né lascia grandi ricordi nella mente del lettore.

Diverso è stato per La scatola di legno, un vero e proprio tributo all’autore: lo stile, il riferimento a un caso passato, il finale concentrato sulla figura di Holmes che spiega il processo con cui è giunto alla soluzione del caso e la massima filosofica conclusiva che fa dubitare dell’attribuzione dell’opera.

Infine, La contessa scomparsa e Scambio d’identità, le più moderne delle storie lette, sembrano lo stesso rifarsi a quella che era l’impronta di Arthur Conan Doyle, ma prendono due strade leggermente diverse: del primo, non è stata la presenza di citazioni o di Lestrade a conquistarmi né la rapidità con cui il cervello dell’inglese sbroglia il caso, bensì il modo in cui vengono presentate le relazioni tra i personaggi e, in particolar modo, la maniera in cui il cuore di Holmes sembri diventare teneramente umano di fronte ai coniugi Watson.

Tuttavia, è Scambio d’identità che merita di più la mia attenzione e non solo perché vengo nominata niente poco di meno che da Mycroft Holmes in persona, bensì per la destrezza dell’autore nel ben rappresentare il rapporto quasi di vera e propria competizione tra i fratelli Holmes, una gara che, a tutti gli effetti, li distrae dal vero obiettivo e li acceca, fino a essere battuti da chi è solitamente ritenuto più inesperto (so che in quest’epoca non amate molto le anticipazioni, non vi svelerò nulla di compromettente, potete stare tranquilli); il finale è una ventata di freschezza e ironia che batte qualsiasi caricatura e rende giustizia al creatore dello Sherlock Holmes originale.

Più di tutto, comunque, è stato bello vedere come, anche dopo tanto tempo (non dirò quanti anni o vi svelerei la mia età!), l’eredità di Conan Doyle non smette di essere coltivata e di dare i suoi frutti: grazie per questa opportunità, vi auguro di poterla vivere anche voi.

P.S.: Eccomi tornata per un veloce commento e saluto finale! Vi è piaciuta questa puntata speciale? Spero di aver reso originale la mia tappa per l’evento organizzato da Cronachedilettriciaccanite e di ricevere un vostro feedback tramite cuoricini e commenti… Alla prossima balbettata!



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