Miei balbettanti, ormai sono entrata nel vivo della mia lista di letture di aprile e oggi vi parlo de “La Lotteria” di Shirley Jackson, che è sia il primo dei due libri della #GilmoreBooks di questo mese sia il libro scelto per Pozioni per la O.W.L. Readathon (leggete il post precedente!).
Si tratta di un libricino con quattro racconti brevi di diversa lunghezza: “La Lotteria”, “Lo Sposo”, “Colloquio” e “Il Fantoccio”.
Devo dire che, nel complesso, è stata una lettura piacevole e soprattutto molto veloce, complice sicuramente lo stile scorrevole e particolare: la Jackson lascia, frase dopo frase, indizi sul contesto in cui è ambientata la storia e sul finale a cui vuole andare a parare, senza dare mai spiegazioni esplicite, bensì immettendo il lettore direttamente nella storia. Nessun preambolo, nessuna introduzione e, a volte, persino nessun finale vero e proprio.
I primi due racconti mi sono piaciuti molto di più rispetto agli ultimi due, forse perché più lunghi e più chiari, ma si sono comunque lasciati leggere tutti molto facilmente; il terzo è stato quello che mi ha lasciata un po’ più confusa, però sono dell’idea che siano racconti che si possano rileggere più volte, per trovare anche diversi significati.
Essendo racconti brevi, non voglio spoilerarvi nulla, ma comunque penso vada detto qualcosa su ognuno di essi.
Col primo racconto, mi è sembrato inizialmente di tornare a Stars Hollow, la cittadina di “Una mamma per amica”/“Gilmore Girls”, per poi essere presa da un senso di inquietudine man mano che intuivo quale fosse il vero scopo di questa fantomatica lotteria: i personaggi vengono introdotti come se il lettore fosse uno di loro e li conoscesse da sempre e, man mano che i bigliettini vengono estratti da ognuno di essi, la curiosità - e anche un pizzico d’ansia - si fa strada nella mente di chi legge.
Diverso per trama, ma simile dal punto di vista delle emozioni che scaturisce, è il secondo racconto, “Lo Sposo”, che, però, piuttosto che provocare ansia e orrore come nel caso precedente, fa nascere in chi legge dell’attesa e della ricerca della protagonista un sentimento di pietà e dispiacere nei suoi confronti.
Il terzo è probabilmente il più filosofico e fuori dalle righe, con due soli personaggi e una prevalenza dei dialoghi sulla narrazione. Non vi lasciate ingannare, però, perché i dialoghi, che solitamente rende più comprensibili le storie, in questo caso, costituiscono proprio la parte più confusa del racconto. Tuttavia, nonostante non sia sicura di aver capito tutto, è evidente che non sia una pecca dell’autrice, bensì una scelta ben precisa della stessa, che rappresenta nella maniera migliore l’estrosità dei due personaggi.
Infine, l’ultimo racconto è quello di cui dimmi riesce più difficile parlare senza fare spoiler, perché è stato scritto in modo che ogni cosa che accade, sebbene sembri naturale, quasi casuale, in realtà è collegata a tutto il resto e ogni personaggio ha la sua importanza nel tutto ed è impossibile parlare dell’inquietudine che ti trasmette il fantoccio senza parlare del disgusto che ti fa provare il suo ventriloquo, a cui però è legata la storia dell’assistente e quella delle due signore che assistono allo spettacolo e alla scena, eccetera eccetera. Ciò che posso dire, però, è che questa storia più delle altre riesce ad aprire una finestra su diverse categorie di persone che fanno parte della società in cui è ambientata.
Sono felice di aver cominciato da questo libro e lo consiglio a chi si lascia intrigare da personaggi un po’ evasivi e ambientazioni, seppur realistiche, un po’ fuori dalle righe. Chissà se “La Lotteria” sarà di buon auspicio per il resto del mese! Ciò che è certo è che certamente non sarà l’ultimo libro della Jackson che leggerò :)
Qui vi lascio un paio di link utili ;)
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