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“L’Isola di Heta” di Sandra Moretti: il primo capitolo di una saga sci-fi “poco italiana”



TITOLO: L’Isola di Heta

AUTORE: Sandra Moretti

GENERE: Sci-fi

TIPO: Saga (primo volume)

PAGINE: 184

PREZZO: €14,00 (ora in offerta a €13,30)

LINK D’ACQUISTO: Amazon

TRAMA: “I Quattro Spiriti di Aria, Acqua, Terra e Fuoco avevano creato Heta come un luogo in cui poter finalmente vivere in pace. Ma una convivenza fra elementi tanto diversi non era possibile. Presto nacquero i primi dissapori: ogni Spirito vantava il merito dell’impresa e reclamava maggiore potere per sé soltanto”... Esistono tanti mondi quanti ne puoi immaginare... questa è la verità che la giovane Thea Bright scoprirà quando verrà inaspettatamente catapultata su Heta, un pianeta parallelo, uguale e diverso dal suo, ma altrettanto “umano” e per certi versi spaventoso. Perché è arrivata lì? Quali segreti nasconde quell’isola che la spaventa e la attrae allo stesso tempo? Che cosa c’entra lei con lo strano mistero legato allo spicchio 12 e, soprattutto, cosa la lega a Nathan Delphi, affascinante Tenente che protegge il suo mondo?

Miei balbettanti, oggi torno sul blog per parlarvi di un libro letto grazie ad una collaborazione con la sua autrice: Sandra Moretti, che ringrazio tanto, mi ha permesso di leggere i primi due volumi della sua saga sci-fi sull’Isola di Heta.


Piccola premessa: prima di leggere un fantasy o uno sci-fi italiano, con tutta onestà, cerco di assicurarmi che sia una storia che possa interessarmi e che sia scritta in una maniera che mi piaccia, perché non ho avuto tante belle esperienze e ci vado molto cauta.


Per quanto riguarda questa storia, ho apprezzato, infatti, che l’autrice dia la possibilità di leggere qui il primo capitolo del primo libro (questo che sto recensendo) e la cosa ha avuto la sua importanza nella decisione di intraprendere questo viaggio verso Heta, perché ha confermato la sensazione positiva che mi aveva trasmesso la lettura della trama.

Una storia “poco italiana” - in senso positivo, ovviamente - soprattutto perché ho trovato davvero di alta qualità il world building che vi è dietro: l’Isola di Heta è un pianeta su un’altra dimensione che è organizzato e regolato da leggi fisico-spaziali diverse da quelle della Terra, ma che vengono spiegate abbastanza bene durante la narrazione degli eventi e che non solo accresce la curiosità di chi legge, ma rende l’ambientazione più accattivante; ci si sente un po’ come Thea, la voce narrante principale, che si ritrova improvvisamente su Heta dopo quasi vent’anni vissuti sulla Terra, davanti, quindi, non solo a un sistema politico diverso - il Sistema, appunto -, ma anche a tecnologie più avanzate, termini lessicali differenti, persino materiali ed elementi naturali diversi. La cosa più affascinante è sicuramente la “differenza” che caratterizza i dodici spicchi in cui è suddivisa Heta e la descrizione dal punto di vista geografico e naturale che si legge dell’Isola a un certo punto della storia (non mi sto sbilanciando troppo perché vorrei evitare di fare spoiler, anche perché a me è piaciuto proprio venirne a conoscenza man mano e lasciarmi sorprendere dalla fantasia dell’autrice... diciamo che la descrizione del pianeta vi fa capire anche il perché ho inserito in foto le palle di neve di alcune città terrestri).


Nonostante in alcuni punti forse la trama mi è sembrata un po’ “accelerata” e giusto alcune parti di dialogo più impostate che spontanee, la lettura è stata molto scorrevole e mi dispiaceva per davvero metterla momentaneamente da parte per pranzare o andare a dormire (ah, questa vita da umani mi distrugge), anche perché il più delle volte i capitoli sono molto brevi e quindi viene spontaneo andare avanti ad oltranza.


Per quanto riguarda i personaggi, mi è dispiaciuto non conoscere il popolo di Heta, ma solo alcuni suoi abitanti - i personaggi principali -, però i protagonisti vengono delineati abbastanza bene, soprattutto dal punto di vista caratteriale (piuttosto che fisico) e soprattutto nel caso di Thea e di Thom, le due voci narranti con cui veniamo in contatto (piccola particolarità: non ci viene detto nel titolo del capitolo o in altri modi chi racconta, ma lo si capisce dallo stile e da ciò che viene detto). Grande importanza ha sicuramente avuto la professione dell’autrice - psicologa, oltre che scrittrice -, che riesce a spiegare determinate situazioni ed emozioni.


Aspetto che concorre contro il world building per essere aggiudicato come il migliore del romanzo è il non riuscire a capire per davvero chi sia il cattivo e chi il buono, il Sistema o i Ribelli, Rain, Stone o Fieri, tutti o nessuno, oltre che ai temi nascosti nelle varie vicissitudini, primo tra tutti quello della libertà messa in pericolo da sistemi politici abbastanza discutibili.


Sono molto contenta di aver avuto la possibilità di iniziare questa saga (grazie ancora a Sandra, che potete seguire su isola_di_heta) e di potervi già parlare venerdì del secondo capitolo, che ho quasi terminato!


Voi amate lo sci-fi?

Come sempre, vi chiedo di farmelo sapere con un cuoricino e un commento e vi lascio qualche link utile... Alla prossima balbettata! ;)





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