"Tranquillo, è solo la Piccola Parigi che ha il piede destro incastrato ancora in un sogno, si dimentica sempre di toglierlo prima di scendere dal letto."
Se vivete in un piccolo paese, vi sembrerà ancora più facile sentirvi a casa quando leggerete di Cabiate, quando la storia della Piccola Parigi vi conquisterà dalla prima parola dell'incipit.
La storia che Alessandro Tonoli ci racconta è una "storia nella storia": il nonno di Chiara - che lui chiama Chiaraccia -, in un giorno che sembra uguale a tutti gli altri venuti prima, decide di raccontarle una storia speciale, la storia di una bambina dal vestito rosso che ha incantato la piccola Cabiate e l'ha cambiata.
Sulla trama di questo romanzo, non posso dirvi molto, perché ritengo che qualsiasi cosa io vi dicessi vi rovinerebbe tutto il piacere della lettura.
Oltre alla trama molto particolare e originale, "La Piccola Parigi" conquista per il suo linguaggio familiare, ma non per questo non suggestivo ( anzi ) e per il suo stile scorrevole e ricco di figure retoriche dalla qualità altissima: mi sono totalmente innamorata delle similitudini, metafore e allegorie presenti, sono state infinite le frasi che mi hanno fatta rimanere a bocca aperta per la loro bellezza ed è stato semplicissimo, completamente naturale immaginare le scene descritte.
Le frasi suggestive, i momenti emozionanti, il finale commovente, l'importanza data alla punteggiatura, scelta con criterio per creare un ritmo e un'atmosfera quasi teatrali, tutti i piccoli grandi dettagli inseriti con cura dall'autore rendono unico questo libro, un libro che affronta temi importanti come il lutto, l'importanza dei ricordi, la mancanza, la nostalgia, senza mai annoiare, ma tenendo viva l'attenzione, la curiosità e l'emotività del lettore.
Assolutamente un libro da (ri)leggere!
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