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"La stella di Andra e Tati", un racconto per ricordare


Quando anche gli ebrei italiani cominciano a essere deportati nei campi di concentramento nazisti, Andra e Tati sono solo due bambine. D'improvviso, si vedono strappare via tutto ciò che hanno; perfino la famiglia è travolta e straziata da eventi inspiegabili. Troppo piccole per capire, Andra e Tati si ritrovano sole e piene di paura. Il mondo comincia a cambiare e diventa un incubo, un'ombra minacciosa che si diffonde ovunque e a cui sembra impossibile sfuggire. Andra e Tati sono solo delle bambine, sì. Ma non smettono di sperare e di farsi coraggio a vicenda, unite e salvate dall'amore l'una per l'altra. Nell'era più buia della storia dell'umanità, la forza e la speranza sono le uniche armi per sopravvivere. Con le immagini originali del primo film d'animazione europeo sull'Olocausto, la commovente storia vera di due sorelline sopravvissute alla Shoah.


Balbettanti, manca solo una settimana alla Giornata della Memoria e, mentre leggo "Maus" di Art Spiegelman, vorrei parlarvi di un altro titolo, letto lo scorso novembre, che tratta la storia vera di due sopravvissute all'Olocausto, un titolo pensato per parlare ai più piccoli di un momento oscuro della Storia con la S maiuscola.

Con "La stella di Andra e Tati", edito DeAgostini, Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro mettono su carta la storia delle sorelle Bucci, già raccontata nell'omonimo film d'animazione, con un linguaggio semplice, uno stile fatto di frasi brevi e piccole descrizioni per permettere anche æ bambinæ di comprenderne il significato.


Ho sempre amato leggere storie ambientate durante la Seconda Guerra Mondiale, fin da quando ero piccola, sono sempre stata curiosa di ascoltare voci vere e ansiosa di rischiare di dimenticare, di sentire tutto questo come qualcosa di lontano da me, di surreale, come se fossero frutto della fantasia di qualcuno. Allo stesso tempo, però, conosco tante persone che hanno problemi ad approcciarsi a libri di questo genere, perché si sentono troppo toccati da essi, li trovano troppo crudi e drammatici.

Non fraintendetemi, non le biasimo, quelle emozioni che provo io ogni volta che entro in contatto con storie di questo tipo so che sono troppo forti per alcunæ, ma qual è il prezzo di questo voler evitare di provare empatia e dolore e tristezza e orrore leggendole? Viviamo nel 2021 e ci sono ancora troppe persone che non credano in ciò che sia successo, troppe persone che vorrebbero non fossero mai passate e troppe che le credono lontane da noi.


La cosa che apprezzo di questo libro è il voler parlare æ più piccolæ, di far capire loro di cosa sia stata capace l'umanità, di quanto siamo caduti in basso e di quanto male ci siamo fattæ a vicenda; questo modo semplice, sincero e non troppo crudo è un modo, secondo me, per parlare anche a fasce di età più grandi che hanno sempre avuto timore di queste testimonianze: se æ bambinæ capiscono le cose brutte successe senza il rischio però di rimanerne impauritæ, æ più adultæ sicuramente riescono a leggere maggiormente fra le righe, ad avere la possibilità di riflettere in maniera più profonda.


Ogni volta che leggo storie di questo genere, mi fermo spesso durante la lettura, presa da mille pensieri.

Davvero il mondo è stato capace di fare questo?

Come hanno fatto ad andare avanti così?

Come sono riuscitæ a riprendere a dormire senza essere torturati dagli incubi, a rifarsi una vita, a non piangere davanti a quel tatuaggio?

Come facciamo a fidarci ancora?


Ogni volta che leggo storie di questo genere, provo una serie di emozioni così ingarbugliata che per un po' non riesco a vedere più il mondo allo stesso modo ed è quando ricomincio a vederlo come prima che capisco che sia giunto il momento di leggerne un'altra.


Anche a voi piace leggere questo genere di storie o ne siete spaventatæ?

Come sempre, vi rimando alla prossima balbettata e vi lascio qui degli utilissimi link! <3

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