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#GilmoreBooks #OWLReadathon Aritmanzia: "Christine - La macchina infernale" di Stephen King


Aritmanzia

Le qualità magiche del numero 2 - equilibrio/opposti

Un libro che non appartiene al tuo genere preferito


CHRISTINE - LA MACCHINA INFERNALE Stephen King

Tre amici vivono la loro adolescenza in una tranquilla cittadina di provincia. Le novità sono poche, finché non compare Christine, un'auto - una Playmouth del 1958 - che Arnie, uno dei ragazzi, vuole a ogni costo rimmettere a nuovo. Un'impresa disperata, che per lui si trasforma in un'ossessione, mentre la macchina inizia a manifestare un'inquietante vita propria. E nelle buie strade del paese la gente comincia a morire.


Sono stata indecisa fino all’ultimo istante sullo scrivere o meno la trama di questo romanzo e vi scrivo molto velocemente i miei motivi:

  • è un romanzo il cui genere si basa sulla suspense e, quindi, sul non conoscere ciò che sta per accadere

  • sarebbe difficile fare una selezione degli avvenimenti “spoilerabili”, perché le tante e varie vicissitudini che si susseguono sono inevitabilmente collegate tra loro

  • io ho deciso di cominciarlo senza leggere nemmeno la trama che vi ho trascritto qui sopra (che è quella che si trova quando si vuole comprare il libro), perché non volevo lasciarmi condizionare da nulla ed entrare nella storia completamente all’oscuro di tutto


King, si sa, è il re - battutona - dell’horror, ma io, devo ammetterlo, non mi ero mai imbattuta in un suo romanzo, sia perché si tratta di uno di quegli autori “BIG” che mi prometto sempre di recuperare (ma che poi metto in secondo piano perché mi illudo di poter trovare un periodo migliore per leggerli e dar loro più importanza) sia perché l’horror non è diciamo il mio genere preferito. Non fraintendetemi: mi piacciono le storie thriller, quelle anche paurose, la suspense, il mistero, i gialli dai tratti sovrannaturali, ma è un genere letterario a cui non mi sono mai approcciata e a cui ho preferito talvolta i racconti orali o le serie tv, i film (anche se quelli propriamente horror non mi fanno impazzire e tendo a non vederli).


Tuttavia, ci sono state due maratone di lettura che, quasi fossero un segno del destino, mi hanno portata a leggere questo libro, la mia prima esperienza con l’horror letterario e con King, quindi, con l’Horror con l’H maiuscola, come lo definirebbe un mio amico ossessionato da questo autore.

Diciamo che la mia “paura” all’approccio con questo romanzo è stata combattuta grazie anche agli incoraggiamenti di questo mio amico in primis e dei blogger che hanno partecipato alla #GilmoreBooks e alla #OWLReadathon con questo libro: “Va tranquilla! È un buon primo passo!” e devo dire che mi reputo soddisfatta del mio fidarmi del loro consiglio.


Se anche voi come me non avete mai letto King e desiderate farlo, posso dirvi anch’io che questo è un buon libro con cui cominciare.

Non fatevi spaventare dalle dimensioni, perché le sue 650 pagine non vi peseranno e questo grazie allo stile quasi “colloquiale” del narratore e al ritmo incalzante e ricco di eventi, di vere e proprie scene che creano suspense, che alimentano la curiosità, creano mistero, incutono timore, ma, soprattutto, invogliano a continuare a leggere.


Fin dal primo capitolo, nonostante non accada nulla di spaventoso o misterioso in sé, si ha, grazie al tono in cui Dennis - il narratore - ci racconta la storia, una sensazione di mistero, di “succederà qualcosa”, di “mmmh... c’è puzza di guai” e ho trovato la cosa sorprendente, perché è difficile avere una sensazione del genere già dalle prime pagine e con nulla di grandioso che succede.


Tuttavia, per quanto interessante sia conoscere i vari personaggi - più o meno tutti in quel periodo di transizione tra adolescenza ed età adulta - e per quanto sia fantasiosa la trovata della trama in sé, forse la cosa che più mi ha colpita riguarda proprio il narratore: lo stile è, come ho già detto, colloquiale, molto informale, a volte anche “spinto” e non poche volte si rivolge direttamente al lettore, si sfoga con lui, ma la cosa peculiare è che Dennis è come se avvertisse e allo stesso tempo si “lamentasse”, col senno di poi, con il lettore di ciò che è successo; inoltre, possiamo anche dire che lui non sia esattamente il protagonista della storia, ma un semplice personaggio, che, però, è molto vicino al protagonista - o alla protagonista? - e ci permette di guardare il tutto sì dall’esterno, ma comunque molto da vicino.


Il finale atipico, sorprendente e aperto lascia non solo soddisfatti della lettura, ma ancora più intrigati dal tutto.

Sicuramente un libro da conoscere!


“Eccomi dunque alle ultime battute con i vecchi ricordi e i vecchi incubi messi via ordinatamente in un pacco di pagine scritte. Presto metterò le pagine in una cartelletta, riporrò la cartelletta nel mio armadietto e chiuderò a chiave il cassetto e così sarà finita.”

Miei balbettanti, con questo, vi do appuntamento alla prossima e vi lascio qui un paio di link che vi potrebbero essere utili e la lista della mia #OWLReadathon ;)



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