Le buche delle strade di Roma sono portali dimensionali. Se ci finisci dentro, ti sposti in altri universi, pieni di sorprese, avventure e divertimento. È quello che succede a un padre e a una figlia, che si perdono, inseguono e ritrovano, in una storia surreale e poetica, comica e commovente, fantastica e satirica, fino a un colpo di scena finale che ribalta tutto. Da uno degli astri nascenti del fumetto italiano, già al fianco di autori come Sio e Giacomo Bevilacqua, una graphic novel destinata a conquistare un pubblico vasto, intergenerazionale.
Miæ balbettanti, dopo tanto tempo, finalmente vi parlo di questa graphic novel che mi ha scossa in una maniera che non avrei mai immaginato!
Ci sono diverse cose che si potrebbero dire, certo è che Davide Caporali (in arte, dado di @dado_stuff) ha voluto spiazzarci tutti con questa storia.
Partiamo dai disegni.
Lo stile cartoonesco di questo fumettista è già noto, soprattutto su Instagram, le figure tondeggianti, i sorrisi che mi ricordano sempre dei cuori paciocconi, gli occhi grandi e i ciuffetti a punta delle capigliature, i colori sgargianti e i visi espressivi; ciò che si può definire una novità è la cura dei dettagli in quelli che sono gli sfondi di questa storia: siamo abituati a vignette in cui l'attenzione tende a posarsi sui personaggi, dove lo sfondo è una semplice sfumatura al massimo arricchita da qualche pezzo di arredo, mentre qui ci vengono mostrate delle ambientazioni che a me hanno fatto brillare gli occhi! Le mie preferite? Gli scorci di Roma, ovviamente.
Tuttavia, nelle vignette in cui l'ambientazione per forza di cose non può avere chissà quali caratteristiche particolari, ci pensa l'uso di linee cinetiche e la scelta di forme particolari di vignette a conquistare l'occhio di chi legge, a rendere viva e ritmata l'esperienza visiva, oltre che la storia in sé. Come al solito, le illustrazioni a pagina intera sono state quelle che mi sono piaciute di più, ma è stato impossibile non apprezzare anche il susseguirsi irrefrenabile delle vignette dedicate a scene d'azione, quando le pagine sembravano chiedere esse stesse di essere sfogliate con foga.
Per quanto riguarda la trama, invece, ci sono alcuni dettagli che rimangono oscuri a chi legge fino alla fine: la storia comincia in medias res, io immaginavo che sarebbe cominciata con padre e figlia che scoprivano della capacità dei buchi nell'asfalto di Roma di catapultarti in un'altra dimensione e, invece, come prima cosa vediamo direttamente il padre che vi si butta; man mano che si va avanti, è come se la narrazione desse per scontato che chi legge sappia già determinate cose o, anzi, che non ci sia nessuno a leggere.
È letteralmente uno scorcio nella vita di questo personaggio particolare, che si ritrova ad affrontare una nuova avventura, ma che è già abituato ad alcune dinamiche, conosce già i nemici; sì, ci sono nuove scoperte, c'è una nuova conoscenza, ma il papà sa già bene o male a cosa stia andando incontro anche se, non per questo, non sia preoccupato anche di uscirci vivo e vincente e, soprattutto, di salvare sua figlia.
È anche per questo che il finale lascia spiazzati.
Per tutta la storia, si ha la convinzione di sapere già come andranno le cose: è un'avventura con dell'azione, c'è la preparazione, la spalla, il combattimento e poi si vince.
Bene.
Sì, ma no.
Il finale riporta letteralmente alla realtà. Il protagonista - e, con lui, anche chi legge - deve fronteggiare una cosa ben più spaventosa dei dinosauri rosa, deve essere sincero con se stesso e affrontare la verità e quello che essa porterà con sé, deve lasciare che la sua vita prenda la piega che deve prendere e affrontare una delle battaglie più difficili.
Dado ci ha già abituat* a vedere la genitorialità da più punti di vista, a vederne i lati divertenti e quelli più duri, ma, in questo caso, si parla di una genitorialità più particolare che non può far altro che far emozionare.
Voi avete letto qualcosa di questo fumettista? Cosa ne pensate?
Come sempre, vi rimando alla prossima balbettata e vi lascio qui degli utilissimi link! <3
Comments