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Buon Halloween parte 1: #ReviewParty “Pumpkinheads” di Rainbow Rowell e Faith Erin Hicks


Miei balbettanti, buon Halloween! 


Oggi festeggeremo con ben due recensioni a tema, una dedicata ad una graphic novel pubblicato lo scorso 20 ottobre e una dedicata a un romanzo un po’ più vecchiotto che scoprirete nel pomeriggio.

Cominciamo con la graphic novel!


TITOLO: Pumpkinheads

AUTORI: Rainbow Rowell e Faith Erin Hicks

GENERE: Narrativa per ragazzi

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Oscar Ink

DATA D'USCITA: 20 ottobre 2020

LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)

TRAMA: Josiah è pronto a passare tutta la notte crogiolandosi nella malinconia (è un tipo malinconico). Ma Deja ha un piano: e se, invece che deprimersi, e invece della solita zuppa di fagioli alla Casetta del Mais e Fagioli, facessero il botto? Potrebbero visitare tutti gli stand della fiera. Assaggiare tutto. E forse Josiah potrebbe perfino parlare con quella ragazza carina su cui fantastica da tre anni...

Devo ammettere di aver riposto delle alte aspettative in questo review party organizzato da Cronachedilettriciaccanite per la Mondadori, colpa o merito della bellissima copertina: sapete già quanto io ritenga importante la copertina di un libro, la prima cosa che cattura l’occhio del lettore e che deve rappresentare al meglio il contenuto di quelle pagine, ma questo concetto diventa ancora più importante se parliamo di graphic novel, fumetti e manga, essendo la prima occasione di vedere lo stile del disegnatore.

La copertina di “Pumpkinheads” è a dir poco mozzafiato! I colori autunnali in perfetta sintonia con l’ambientazione, il font pulito e poco invadente rispetto ai veri protagonisti della copertina e della storia, le espressioni di questi due che insinuano il dubbio in chi guarda sul fatto che siano semplici amici o due innamorati, il gioco di luci e ombre che attira l’attenzione verso il titolo dell’opera e e verso i due volti, lasciando nella semioscurità il resto, ricreando un effetto di simil-vignettatura. 

Insomma, la copertina invoglia sicuramente ad aprire e sfogliare il volume, a scoprire quale sia il segreto che si cela al di là dello sguardo scambiato dai due ragazzi.


Andiamo quindi all’interno: le poco più di 200 pagine sono suddivise in ben 17 capitoli, tutti parecchio brevi, se si pensa che si tratti comunque di una graphic novel e che, in poche pagine, non si può far accadere chissà cosa; infatti, nonostante i titoli ironici, avrei preferito una suddivisione dal ritmo meno rapido o, addirittura, proprio nessuna.

Mi direte voi: “Ma, quando Zerocalcare fa capitoli anche di un’unica pagina, non ti lamenti!” e questo è vero, ma è perché si tratta di un diverso stile e di una diversa concezione dei capitoli: se Zero ci presenta dei titoletti per darvi un’idea di quello che sarà il tema dei pensieri racchiusi in quella pagina, qui i capitoli tentano di creare delle mini-storie, con la differenza che Zerocalcare riempie le pagine di baloon, di concetti e discorsi, mentre qui le mini-avventure sono troppo mini per potersi definire tali, sono più delle tappe in quella che è la missione generale che tiene unita la storia.

Passiamo, allora, a questa missione che fa da filo conduttore: l’idea di base è carina, adatta a simboleggiare la fase di cambiamento che i due protagonisti stanno per vivere - il passaggio dal liceo al college -, ma la maniera in cui è stata spezzettata la rende paradossalmente povera di vero contenuto, perché ci si concentra più su piccoli avvenimenti di contorno che sulla meta finale. Come ragionamento ci sta tutto, magari è anche stato fatto di proposito per in un certo senso “sminuire” quella che era la volontà iniziale del protagonisti, per far dimenticare al lettore quale fosse il vero obiettivo e farlo sorprendere da altre sottotrame, ma queste sono così rapide che non si ha il tempo di dedicarsi nemmeno a quelle.


Se da un lato le sottotrame non sono riuscite a coinvolgermi come avrebbero dovuto o voluto, i protagonisti, invece, si riescono a far conoscere ed entrare in empatia con loro diventa molto facile. È vero, magari Deja è un personaggio più sviluppato rispetto a Josiah, ma l’ho percepito come una maniera per capire al lettore quanto lei sia più matura rispetto a lui, quanto abbia già le idee chiare su chi sia e su come vivere la vita, mentre lui è ancorato ad uno stile di vita più statico, si dedica ad un unico pensiero per volta e non vede il resto.

La caratterizzazione dei personaggi principali è sicuramente una delle tre grandi qualità di questo volume; i personaggi secondari, invece, appaiono per troppo poco tempo per essere strutturati per bene e sono costretti a rifarsi ad un unico tratto distintivo o a degli stereotipi, ma la cosa non pesa più di tanto, essendo appunto questi poco presenti ed essendo la storia concentrata principalmente su Josiah e Deja.

Se una delle grandi qualità è la copertina e una è la caratterizzazione dei personaggi principali, qual è la terza?

In un certo senso, possiamo considerarla direttamente collegata alle prime due, anzi, probabilmente ne è la causa: lo stile dei disegni e dei dialoghi.

I dialoghi sono abbastanza realistici, con un linguaggio né troppo elevato né infantile, perfetto per la fascia di età dei protagonisti.

Essendo il ritmo della storia molto rapido, i baloon non sono molti e questo ci porta, a volte, ad avere intere vignette o pagine di soli disegni, cosa che adoro sempre trovare! È vero, così la storia è diventata un po’ scarna di contenuti narrativi veri e propri, essendo questi disegni più dedicati all’ambientazione suggestiva e alle corse disperate dei due protagonisti, ma sono indubbiamente molto belle e spesso molto dettagliate.

Se dovessi scegliere la mia cosa preferita in assoluto di questa graphic novel, nonostante l’indecisione con la capacità di rendere abilmente diversi tipi di espressioni facciali, sceglierei sicuramente i colori: l’autunno e l’atmosfera halloweeniana sono i veri protagonisti delle pagine, i contrasti tra colori vivaci ed ombre non stancano mai l’occhio e il passaggio dai colori chiari dei primi capitoletti a quelli più scuri degli ultimi rendono perfettamente l’idea di una giornata che passa e giunge alla sua conclusione, di un viaggio di transizione tra l’adolescenza e quella che sarà la vita adulta.


Insomma, questa graphic novel ha qualche difettuccio di base, ma l’ho trovata piacevole sicuramente in primis alla vista e da leggere non tanto per la storia in sé, quanto per i suoi protagonisti.


Voi la conoscete? Aspetto un vostro feedback tramite cuoricini e commenti e, lasciandovi qualche link utile e il banner dell’evento (creato dalla bravissima lcdfandom), vi saluto e vi rimando alla prossima balbettata... tra qualche ora!






15 visualizzazioni2 commenti

2 Comments


Babbling Babook
Babbling Babook
Nov 03, 2020

È parecchio leggera, come primo approccio diciamo che ci sta, però, se ti piacciono storie più “impegnate”, ti consiglio di buttarti su Zerocalcare 😏

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claclaluna13
Nov 03, 2020

Mi sembra una graphic novel molto carina, sinceramente volevo leggerla, ma non ho mai letto graphic novels quindi non so nemmeno se il genere mi possa piacere!

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