Miei adora(n)ti balbettanti! Il lavoro sul nuovo blog continua, ma qui non si può lasciare tutto in sospeso!
Eccomi infatti a presentarvi un nuovo #ReviewParty organizzato per la #Mondadori da Eynys Paolini Books (grazie sia a lei che alla CE per questa nuova opportunità).
Oggi, vi parlo di un grande classico dei romanzi distopici, che spesso viene dimenticato per far spazio al celebre "1984" di George Orwell - nominato dallo stesso Huxley in "Ritorno al Mondo Nuovo" -, ma che ha ugualmente tanto da offrire.
Come al solito, eccovi prima qualche informazione di base:
TITOLO: Il Mondo Nuovo + Ritorno al Mondo Nuovo
AUTORE: Aldous Huxley
GENERE: Distopico
CASA EDITRICE: Mondadori
COLLANA: Oscar Draghi
FORMATO: Cartonato - Edizione illustrata
DATA D'USCITA: 25 Agosto 2020
PREZZO: € 28,00
LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)
SINOSSI: Scritto nel 1932, "Il mondo nuovo" è un romanzo dall'inesausta forza profetica ambientato in un immaginario stato totalitario del futuro, nel quale ogni aspetto della vita viene pianificato in nome del razionalismo produttivistico e tutto è sacrificabile a un malinteso mito del progresso. I cittadini di questa società non sono oppressi da fame, guerra, malattie e possono accedere liberamente a ogni piacere materiale. In cambio del benessere fisico, però, devono rinunciare a ogni emozione, a ogni sentimento, a ogni manifestazione della propria individualità. Al romanzo seguono la prefazione all'edizione 1946 del "Mondo nuovo" e la raccolta di saggi "Ritorno al mondo nuovo" (1958), nelle quali Huxley tornò a esaminare le proprie intuizioni alla luce degli avvenimenti dei decenni centrali del Novecento. In questa edizione incubi e ossessioni prendono corpo nei disegni di Giuseppe Palumbo.
La nostra malattia ha molte cause cooperaanti e può curarsi solo con molti rimedi cooperanti.
Avrei potuto condividere con voi una qualsiasi citazione del romanzo, una frase magari più toccante, più cruda, ma ho deciso di estrapolarne una dall'ultimo dei saggi brevi che compongono "Ritorno al Mondo Nuovo".
Perché? Perché, se, leggendo "Il Mondo Nuovo", possiamo pure far finta di considerarlo una semplice storia inventata, sono quei dodici saggi - tredici, se si considera la prefazione, ugualmente importante e interessante - a farci aprire per davvero gli occhi.
"Il Mondo Nuovo" mostra una realtà solo illusoriamente lontana dalla nostra e che si presenta come spaventosamente plausibile in un futuro non del tutto remoto: come farà poi Shusterman in "Falce", Huxley parla di un mondo in cui tutti i problemi che attanagliavano la società sembrano scomparsi, ma, se il mondo di Shusterman è così perché non esiste più la Morte - a meno che non si venga spigolati -, il Mondo Nuovo di Huxley ha le basi per essere un mondo perfetto perché ha rotto i legami con tutto ciò che abbia a che fare con le emozioni e con il passato.
Peccato che non sia un mondo perfetto proprio a causa di ciò che l'ha reso apparentemente perfetto.
La nascita, la nuova vita, nella nostra concezione, dovrebbe sempre essere il frutto di forti emozioni, di amore, di sentimenti o almeno di desiderio, ma, nell'anno 632 di Ford - il nostro 2540 -, tutto ciò è stato cancellato ed è visto con ribrezzo.
Le nascite, quindi, si trasformano nell'ennesima produzione di massa, rigorosamente controllata e priva di qualsiasi accezione romantica o emotiva che sia.
Una proiezione, oltre che crudele, a mio parere molto spaventosa e raccapricciante.
L'ultima volta che un bambino è nato senza alcun sentimento, si è poi trasformato in Voldemort.
A parte questo, però, oltre all'inizio di una vita, a cosa associate voi le emozioni? Io le associo alle relazioni con coloro a cui voglio bene - o che non sopporto, nel caso di sentimenti negativi -, ai ricordi, alle passioni.
Ecco, non c'è spazio nemmeno per questo.
Non esiste il concetto di famiglia, il passato viene del tutto debellato, la cultura viene assassinata, i libri vengono distrutti col nuovo governo...
I libri vengono distrutti col nuovo governo...
Vi ricorda per caso qualcosa o qualcuno con dei brutti baffi e un temperamento difficile? Bene, sono sicura stiamo pensando alla stessa persona, ma vi sorprenderà sapere che Huxley, al momento della stesura del romanzo, non conosceva ancora Hitler e non aveva idea di cosa sarebbe avvenuto.
Allora come ha fatto a scrivere un romanzo così lontano e vicino allo stesso tempo? Così crudo e terrificante senza, però, che si avvicini al genere horror?
L'ha fatto conoscendo il genere umano.
La cosa che più mi ha colpita e terrorizzata insieme di questa storia non è stata una delle scene descritte, una delle pratiche, delle invenzioni, delle battute dei personaggi o che so io, no. La cosa che mi ha più colpita è che non mi sorprenderebbe affatto scoprire domani, appena sveglia, che qualcuno nel mondo abbia iniziato a fare la stessa cosa, a creare qui il Mondo Nuovo e questo è spaventoso.
Il romanzo di Huxley è sicuramente un pozzo di immaginazione (contando anche che la scienza, all'epoca, aveva ancora tanto da scoprire dal punto di vista della genetica e della biologia in genere), ma è pur vero che rispecchia molto - e anche troppo - la realtà umana.
"Il Mondo Nuovo" è una sorta di profezia che prende spunto da quello che caratterizza l'essere umano: c'è chi è disposto ad eliminare tutto ciò che c'è di positivo per raggiungere uno stato di controllo assoluto della vita e del mondo e chi, definito dai primi selvaggio, non è disposto a rinunciare a nulla.
Il romanzo, però, non è l'unico ad essere contenuto in questa edizione - dalle illustrazioni molto originali e interessanti (avrete modo di vederle meglio quando mi arriverà il cartaceo e creerò un post su Instagram per mostrarvelo).
Insieme a "Il Mondo Nuovo", possiamo leggere sia la prefazione scritta dall'autore per l'edizione del '46 - a quattordici anni dalla pubblicazione e dopo la Seconda Guerra Mondiale -, i saggi di "Ritorno al Mondo Nuovo" e una post-fazione di Alessandro Maurini intitolata "Il Mondo Nuovo e i suoi "Ritorni"".
Bene, voglio un attimo dirvi due parole su questi altri elementi di questo Drago: se, nel romanzo, le vicende sono "alleggerite" da uno stile scorrevole - seppur spesso crudo e dal lessico più ricercato di quello che ci viene proposto dagli attuali distopici - e da personaggi che incuriosiscono, questi scritti sono ancora più riflessivi, poiché parlano della nostra realtà, di fatti storici e libri che conosciamo da sempre.
In particolare, Maurini spiega ulteriormente il grande lavoro effettuato da Huxley e Huxley si mette in discussione, si mette a confronto con la Storia, con "1984" di Orwell, offrendo spunti di riflessione e fornendo delle conoscenze che mi portano a pensare che la definizione "interessanti" sia riduttiva.
Un libro non solo per diletto, ma anche per conoscenza, riflessione e crescita.
Assolutamente consigliato.
Come sempre, prima di salutarvi, vi lascio qui qualche link utile e un paio di immagini per tenere a mente i partecipanti all'evento e i due appuntamenti... Alla prossima balbettata! ;)
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