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#ReviewParty "La fattoria degli animali" e "1984 di George Orwell: la recensione


Buon sabato, miei balbettanti!

È passato pochissimo tempo da quando vi ho presentato questo evento, ma è già arrivato il momento di parlarvi dei due romanzi più conosciuti di George Orwell.

Lo scorso 8 settembre, la #OscarMondadori ha messo in commercio una nuova edizione dalle copertine bellissime e, per l'occasione, ecco che ve ne parlo un po'.


TITOLO: 1984

AUTORE: George Orwell

GENERE: Distopico

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Miti

DATA DI USCITA: 8 settembre 2020

PAGINE: 432

PREZZO: € 7,90

LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)

TRAMA: 1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania la società è governata dall’infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la Psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Non c’è legge scritta e niente, apparentemente, è proibito. Tranne divertirsi. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne vivere, insomma. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo Winston Smith e Julia lottano disperatamente per conservare un granello di umanità…


TITOLO: La fattoria degli animali

AUTORE: George Orwell

GENERE: Distopico

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Miti

DATA DI USCITA: 8 settembre 2020

PAGINE: 144

PREZZO: € 7,90

LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)

TRAMA: Gli animali di una fattoria, stanchi dei continui soprusi degli esseri umani, decidono di ribellarsi e, dopo avere cacciato il proprietario, tentano di creare un nuovo ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Ben presto, tuttavia, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con l’astuzia, la cupidigia e l’egoismo che li contraddistinguono si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più docili e semplici d’animo. L’acuta satira orwelliana verso il totalitarismo è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a un’energia stilistica che pongono La fattoria degli animali tra le opere più famose della narrativa del Novecento.


L'autore


Abbiamo avuto modo, proprio a inizio mese, di conoscere il maestro di Orwell, Huxley, che, con le sue "utopie al contrario", ispirò uno degli autori più famosi nell'ambito della critica politico-sociale.

Dopo aver letto "Il Mondo Nuovo" e "Ritorno al Mondo Nuovo", ho avuto modo di guardare queste due opere di Orwell con occhi diversi rispetto a quando le ho studiate durante gli anni di liceo. L'influenza di Huxley è evidente, soprattutto in "1984", ma è altrettanto evidente l'influenza che la Seconda Guerra Mondiale ha avuto sulla penna di Orwell.

L'obiettivo di queste opere è molteplice: da un lato, l'autore cerca di mettere in guardia il genere umano e, dall'altro, fargli capire che probabilmente quel futuro distopico che legge tra le pagine non è poi tanto futuro.

Sia "La fattoria degli animali" che "1984" sono universalmente riconosciuti come terribilmente attuali in qualsiasi periodo storico li si legga. Capiamo perché.


1984


Devo ammettere di aver avuto un po' di difficoltà a leggere velocemente questo libro, è stato necessario dedicargli più tempo di quanto normalmente impiego per libri dello stesso numero di pagine, ma l'importanza di questa storia è innegabile.

Adatto sicuramente a chi è almeno in procinto di entrare nell'età adulta, "1984" ha un ritmo per buona parte della storia lento e ricco di dettagli che non sono direttamente utili alla trama effettiva, ma che aiutano ad entrare nell'ottica del mondo in cui è ambientata. Più avanti, quel ritmo inizialmente lento comincia a marciare di più, ad acquisire anche quei tratti che riescono a trasmettere ansia o adrenalina a seconda di ciò che si narra. Nella parte finale, ci vuole un po' per riprendersi dall'angoscia che si prova, ma è una storia necessaria.

Il mondo che delinea Orwell ricorda in parte il Nuovo Mondo di Huxley, ma risulta, se possibile, perfino più inquietante: anche se non ci sono bambini prodotti serialmente, il controllo estremo dell'umanità mette i brividi. Anche qui le prime cose ad essere controllate sono le nascite - e, con esse, i sentimenti -, la cultura e la memoria.

Il fatto che, secondo Orwell, questo tipo di società fosse plausibile a meno di quarant'anni di distanza dalla pubblicazione del libro mi fa provare due sensazioni:

- paura

- comprensione

Paura che sia sempre plausibile.

Comprensione della sua plausibilità.

Giorno dopo giorno, ho sempre più modo di vedere come la cultura venga snobbata, il passato negato e i sentimenti del prossimo pestati sotto i piedi.

Giorno dopo giorno, il 1984 mi sembra sempre più vicino.


La fattoria degli animali


Dei due, è stato il romanzo che ho più apprezzato. Molto scorrevole, rimane costantemente interessante, senza mai perdersi durante la narrazione, comunicando sempre ciò che serve al lettore per avere un quadro completo della situazione. Questo non vuol dire che il lettore sappia tutti i retroscena di ciò che succede alla fattoria degli animali, ma ciò che non sa è in realtà ciò che viene nascosto agli animali. I maiali riescono a coprire tutto a tutti, anche a chi legge; riescono perfino a modificare i ricordi e a cancellarli, se necessario.

L'impostazione è simile a quella di una favola - anche se non vi sono i classici riscontri positivi per i personaggi preferiti - e anche il linguaggio è costruito in modo da essere adatto a tutti. Per questo motivo, è praticamente impossibile etichettare "La fattoria degli animali" ad un target specifico, a una sola fascia d'età: è adatto a tutti, si presta facilmente a molteplici chiavi di lettura e, con quelle che non sono tantissime pagine, riesce a trasmettere un messaggio e a far riflettere.

Ogni personaggio - anzi, ogni animale - è riconducibile ad una tipologia di persona o classe sociale: ci sono i politici, la stampa, gli anziani, i lavoratori stacanovisti, i sognatori, coloro che vogliono cambiare le carte in tavola. È bello cercare il personaggio in cui ci si rispecchia maggiormente, meno bello forse è vedere qual è il suo destino nella società, ma resta illuminante la maniera semplice ed efficace con cui Orwell riesce a comunicare col lettore e a tessere una tela perfetta di un mondo imperfetto.


Due storie diverse o simili?


Per quanto consiglierei di leggere "1984" in età un po' più adulta rispetto a "La fattoria degli animali" - che invece andrebbe letta già da ragazzini - e per quanto il linguaggio, i protagonisti, l'atmosfera e la trama sia differente nei due casi, trovo queste due storie estremamente collegate.

Filo conduttore di questi due romanzi, così differenti e simili allo stesso tempo, sembra essere la memoria: come per i protagonisti di Huxley, anche quelli di Orwell non hanno diritto di ricordare. Il passato - prossimo o remoto - è costretto sempre ad essere manipolato, cambiato, cancellato, reso nebbioso. Se una persona viene privata dei suoi ricordi, viene facile farle cambiare idea sul presente e decidere il futuro al posto suo.

La società sembra destinata a raggiungere sempre uno stato di dittatura costante, anche quando cambiano i volti della dittatura stessa: l'uomo ha manie di controllo, cede facilmente al vizio, predica bene e razzola male, è capace di qualunque cosa per eliminare il proprio nemico.

La società è malata e non sembra trovare cura.

Una piccola speranza è data da quegli animi unici e rari che capiscono cosa c'è che non va, ma Orwell non sembra credere nel lieto fine.

La nostra società lo riuscirà invece a raggiungere?


Voi avete letto questi libri? Fatemelo sapere con un cuoricino e un commento :3


Qui sotto vi lascio un po' di cosine che vi saranno utili: alcuni link (tra cui la presentazione dell'evento) e una foto per vedere quali altri profili hanno partecipato a questo #ReviewParty.

Alla prossima balbettata! ;)







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