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#REVIEWPARTY "La Quinta Stagione" di N. K. Jemisin: l'arrivo ne "La Terra Spezzata"



Mia balbettante bambocciona banda di babook, è arrivato il momento di un altro evento targato #Mondadori (che ringrazio tantissimo, insieme a lalibreriadiyely ed eynyspaolinibooks) che vede protagonisti i primi due capitoli della trilogia "La Terra Spezzata"! Oggi, vi parlo del primo libro: "La Quinta Stagione", firmato Nora Jemisin.


Prima, però, ecco qualche piccola informazione di base:


TITOLO: La Quinta Stagione

AUTORE: N. K. Jemisin

CATEGORIA: Romanzo (trilogia)

GENERE: Fantasy

TRILOGIA: La Terra Spezzata

DATA DI USCITA: 30 aprile 2019

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Fantastica

PAGINE: 516

PREZZO: € 15,00 (€14,25 su Mondadori Store)

LINK D'ACQUISTO: Mondadori (5% di sconto)


TRAMA


È iniziata la stagione della fine. Con un’enorme frattura che percorre l’Immoto, l’unico continente del pianeta, da parte a parte, una faglia che sputa tanta cenere da oscurare il cielo per anni. O secoli. Comincia con la morte, con un figlio assassinato e una figlia scomparsa. Comincia con il tradimento e con ferite a lungo sopite che tornano a pulsare.

L’Immoto è da sempre abituato alle catastrofi, alle terribili Quinte Stagioni che ne sconquassano periodicamente le viscere provocando sismi e sconvolgimenti climatici. Quelle Stagioni che gli orogeni sono in grado di prevedere, controllare, provocare. Per questo sono temuti e odiati più della lunga e fredda notte; per questo vengono perseguitati, nascosti, uccisi; o, se sono fortunati, sono presi fin da piccoli e messi sotto la tutela di un Custode, nel Fulcro, e costretti a usare il loro potere per il bene del mondo.

È in questa terra spezzata che si trovano a vivere Damaya, Essun e Syenite, tre orogene legate da un unico destino.


La prima cosa a cui mi interesso, quando si tratta di un fantasy, è il worldbuilding, il mondo in cui le vicende si susseguono e la storia che vi è dietro e che la narrazione riesce a far trasparire: in questo caso, la caratterizzazione dell’Immoto si stanzia nel mezzo tra un mondo dai tratti fantasy e un pianeta post-apocalittico dalle sfumature fantascientifiche, in cui il tempo è scandito, anzi, è minacciato dalla presenza di una quinta stagione aggiuntiva rispetto alle quattro che già conosciamo e sembra proprio che quella che sta per arrivare sarà l’ultima in assoluto. L’autrice si preoccupa di introdurci in questo mondo già a partire dal prologo, un prologo più lungo di quelli a cui forse siamo abituati, ma che dà già un’idea generale della situazione davanti a cui ci troviamo, oltre che a darci un’idea dello stile di narrazione, l’aspetto che ho trovato più originale del libro, ancora più del concept alla base di tutto e del worldbuilding.


Lo stile, infatti, è a dir poco innovativo: anche se all’inizio mi è sembrato un po’ impattante, ho imparato ad apprezzarlo già dalla seconda pagina, ho imparato ad apprezzarne la schiettezza e la confidenzialità, il modo in cui il narratore parla, al presente, direttamente con il lettore, spiegando ciò che dovrebbe immaginare davanti a sé, a volte lasciandosi andare anche a intromissioni ironiche; la narrazione, però, risulta originale soprattutto perché cambia e viene plasmata in base al fulcro del capitolo che il lettore sta leggendo, quindi, in uno, si immedesima nella protagonista Essun – grazie soprattutto all’utilizzo della seconda persona singolare: il lettore è Essun –, in uno, guarda il tutto dall’esterno e, in un altro ancora, si trova di fronte a un ulteriore stile, senza mai stancarsi, senza mai cadere nella confusione e avendo sempre una buona visione di ciò che l’autrice vuole comunicare.


Se abbiamo parlato del worldbuilding e dello stile, non resta che parlare dei personaggi: le tre protagoniste – Essun, Damaya e Seynite – conquistano chi legge in maniera differente, proprio perché sono diverse tra loro, seppur unite da quello che sembra essere lo stesso destino. Entrare in sintonia con loro è facile, scoprirne il legame un po’ meno, ma questo rende il tutto più intrigante: se Essun è una mamma ancora scossa per la morte del figlio, Damaya è una bambina che non ha mai ricevuto affetto in vita sua, mentre per Syenite sembra già tutto pianificato per un fine maggiore; cosa le accomuna oltre all’essere delle orogene? Sicuramente il dolore e, allo stesso tempo, la forza.


Ho apprezzato molto la caratterizzazione che ci ha regalato la Jemisin e non vedo l’ora di parlarvi, il 22, del secondo capitolo di questa trilogia: “Il Portale degli Obelischi”.


Voi che mi dite? Avete già iniziato questa saga?

Fatemelo sapere con un cuoricino e un commento, anche se questa recensione vi è piaciuta e se vi ha incuriositi!


Qui sotto vi lascio un po' di cosine che vi saranno utili: i link per visitare le mie pagine YouTube, Etsy e Instagram e due foto per vedere quali altri profili hanno partecipato a questo #ReviewParty. Alla prossima balbettata!






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