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#RP “Il Libro delle Meraviglie e altre Fantasmagorie” di Lord Dunsany ("Il Libro delle Meraviglie")




Mia balbettante bambocciona banda di babook, è arrivato il momento di parlarvi di questo stupendo Drago della #Oscar! Il review party è stato organizzato da lalibreriadiyely ed eynyspaolinibooks: grazie mille, davvero!


Prima, però, di parlarvene per bene, qualche piccola informazione di base:


TITOLO: Il Libro delle Meraviglie e altre Fantasmagorie

AUTORE: Edward John Moreton Drax Plunkett XVIII Barone Dunsany più concisamente conosciuto come Lord Dunsany

GENERE: Fantasy

TIPOLOGIA: Cartonato

DATA DI USCITA: 30 giugno 2020

CASA EDITRICE: Mondadori

COLLANA: Draghi

PAGINE: 648

PREZZO: € 25,00 (€23,75 su Mondadori Store)



Prima della campagna pubblicitaria della Oscar, non conoscevo questo autore, ma appena visto il primo post su Instagram, è stato come un colpo di fulmine, sentivo che dovessi informarmi di più: ho iniziato a fare ricerche, a vedere cosa avesse scritto e sono rimasta aggiornata sulle comunicazioni della casa editrice, fino a quando non è stato organizzato il #RP e mi ci sono fiondata.

Devo dire che le mie aspettative sono state più che soddisfatte.

Per questo evento, ho letto – e sto per recensire per voi – la raccolta “Il Libro delle Meraviglie” che apre questo Drago dall’estetica impeccabile, con una copertina quasi ipnotica, un effetto magico usato per il nome dell’autore e la sua stessa ironia trasmessa nella esplicitazione dei suoi numerosi titoli per poi sintetizzarli in un semplice Lord Dunsany.

Di cosa si compone, però, questo Drago?


Il Libro delle Meraviglie Demoni, uomini e dèi La figlia del re degli elfi La maledizione della veggente


Due romanzi e due raccolte di racconti “oltre il bordo del mondo”. L’immaginazione esotica e la prosa cristallina di un grandissimo autore della letteratura fantastica.


Oltre alla Prefazione e all’Introduzione, entrambi interessanti, il volume si arricchisce di alcune note e, soprattutto, di spettacolari illustrazioni in bianco e nero, che forse avrei preferito essere più numerose, ma che comunque rispecchiano perfettamente le scene dei racconti a cui sono affiancate.

Ad anticipare le quattro opere del Barone, dei bellissimi versi del poco celebre Lovecraft – con versione in inglese nella pagina precedente che ho apprezzato molto – che fa da degna apertura al Drago come commento alla lettura de “Il Libro delle Meraviglie” e che tengo a farvi leggere:

Fuggon l’ore inavvertite,

Tra gli alari il tizzo spira;

Ridda d’ombre ingigantite

Muta a notte già si aggira.

Pure l’occhio vola ancora

Sul volume ad altri regni,

E una magica dimora

S’apre a mente e cuore degni.

Sulla stanza cala un velo:

Ma già scorgi nella sera

Città e templi a mezzo il cielo…

Sfera ardente su altra sfera.

La prima illustrazione che anticipa la prima raccolta è già magnifica e dà un’idea della minuziosa articolazione di questo mondo fantastico modellato da Dunsany, un mondo immaginario che, come si percepisce dai suoi racconti, ha una propria geografia, una propria storia, delle creature che in parte si ispirano a quelle mitologiche e fantastiche che già conosciamo e in parte ci vengono presentate per la prima volta, delle divinità e degli idoli che si fanno praticamente sempre presenti e una ragion d’essere che ispirò lo stesso Lovecraft.

“Il Libro delle Meraviglie” si compone di un Prologo, quattordici racconti e un Epilogo, per un totale di meno di settanta pagine che, se, da un lato, si lasciano leggere velocemente per la loro brevità, dall’altro, ci forniscono un quadro ben delineato dell’altro mondo di Dunsany, un quadro che lui stesso, nell’Epilogo, dice di dover ancora arricchire, perché ci sono ancora storie – anzi, episodi storici, oserei dire – che devono essere resi noti; infatti, è proprio nell’Epilogo che si ha la conferma di come Dunsany abbia prima costruito un nuovo mondo, poi abbia definito le vite dei suoi abitanti e, infine, abbia deciso di narrarne alcuni episodi, come se fossero degli scorci su questo mondo, degli “spezzoni” di vita di personaggi ben strutturati, di cui spesso ci presenta anche il passato, oltre che l’episodio che ha deciso di mostrarci.


I brevi racconti, come già detto, sono scorrevoli e si lasciano leggere in pochissimo tempo, ma sono dell’idea che vadano riletti più volte per carpirne i significati più nascosti, le allegorie che sicuramente l’autore avrà voluto inserire e i messaggi più reconditi.

Con elementi reali che convivono con altri fantastici, le storie si dedicano, più che ai dialoghi, alla descrizione delle ambientazioni e dei sentimenti provati dai personaggi, oltre che, ovviamente, narrarne le vicende.


Il Prologo fa da invito a chi legge e già risulta esplicativo di ciò che ci aspetta:

Vengano, signore e signori che in qualche modo sono stanchi di Londra, vengano con me anche coloro che sono arcistufi del mondo che conosciamo: perché abbiamo nuovi mondi, qui.

Prima di presentarvi i racconti – con brevissimo commento annesso (oltre il quale non posso andare, se voglio evitare di rovinarvi la sorpresa) –, mi preme confessarvi una cosa: ho provato una certa invidia nei confronti del Barone, perché, dosando con cura ironia, spirito avventuriero, scene macabre e mistero, ci propone, di volta in volta, delle poche pagine che, però, anche se spesso lascino delle situazioni in sospeso, sono belli e soddisfacenti e, nonostante siano caratterizzati da una prosa pura, senza metafore o somiglianze allo stile poetico e con un tono quasi confidenziale nei confronti del lettore che arricchisce lo stile di esclamazioni e commenti, riescono ad ammaliare e a rendere piacevole la lettura, avvicinandosi più ai miti, alle leggende, alle profezie o addirittura, quando il nome del protagonista viene ripetuto più volte durante la narrazione, alle filastrocche e alle favole.

Ora, però, è arrivato il gran momento, ecco i quattordici racconti del mitico Dunsany:

La sposa del centauro

che mostra come sia facile fare violenza su una creatura femminile, ma, allo stesso tempo, sia la figura maschile a diventare “suo eterno schiavo”


Storia inquietante di Thangobrind il gioielliere e del funesto destino che si abbatté su di lui

che mostra come anche i più infallibili possano cadere in trappola


La casa della Sfinge

che, narrato in prima persona anziché in terza, non narra una vicenda, ma si avvicina più al racconto di un ricordo


La probabile avventura di tre letterati

che mischia bene avventura e tensione


Le imprudenti preghiere di Pombo l’idolatra

che rende palpabile il senso del pericolo


Il sacco di Bombasharna

che, nonostante sia il più vicino alla realtà, mantiene un’atmosfera che fa sognare


Miss Cubbidge e il drago del poema

che è il più vicino ad un mito antico


La cerca delle lacrime della regina

che sembra essere una favola concentrata


Il tesoro dei Farfurelli

che trasmette forza e coraggio prima di un finale tragicomico


Come Nuth cercò di derubare gli Gnoli

che, nonostante sia in prima persona e dica di raccontare “la mia storia”, narra quella di Nuth ed entra ancora di più in confidenza con il lettore


Storia di colui che giunse alla Città di Mai

che è in realtà una suggestiva profezia


L’incoronazione di Thomas Shap

che racconta la nuova breve vita di Shap


Chu-bu e Sheemish

che rende gli dèi e gli idoli protagonisti e non più solo elementi di contesto


La finestra meravigliosa

che è la ricerca di una città mitica dall’atmosfera misteriosa


Voi che mi dite? Conoscevate già questo autore?

Fatemelo sapere con un cuoricino e un commento, anche se questa recensione vi è piaciuta e se vi ha incuriositi!


Qui sotto vi lascio un po' di cosine che vi saranno utili: i link per visitare le mie pagine YouTube, Etsy e Instagram e due foto per vedere quali altri profili hanno partecipato a questo #ReviewParty... Alla prossima balbettata!







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