Mieeeei balbettanti! Buona prima domenica di settembre!
Settembre è da sempre associato ai nuovi inizi, nuove sfide, nuovi buoni propositi forse più del primo dell'anno e sono felice di segnare questo primo weekend settembrino con questo romanzo.
Appunti di Zelda ha avuto la bellissima idea di organizzare un #ReviewParty per questa nuovissima uscita targata Rizzoli e io ringrazio entrambe per avermi permesso di partecipare e leggere questa chicca.
Bando alle ciance, però, perché prima vanno date alcune informazioni di base:
TITOLO: Le cose che ho capito di te
AUTORE: Cary Fagan
GENERE: Narrativa
CASA EDITRICE: Rizzoli
COLLANA: Ragazzi
DATA D'USCITA: 1 Settembre 2020
FORMATO: Cartonato con sovraccopertina
PAGINE: 176
PREZZO: € 16,00 LINK D'ACQUISTO: Rizzoli (5% di sconto)
TRAMA: L’ultimo anno di scuola media non è dei più facili. Soprattutto se, come Hartley Staples, devi fare i conti con un fratello scappato da casa, una famiglia sconvolta e un progetto di fine anno in cui non hai nessuna voglia di impegnarti. Un giorno, fra i libri della biblioteca, Hartley trova una cartolina fatta a mano, un collage di figure e parole firmato g.o. Presto ne scopre una seconda. E una terza. Ma chi è g.o.? E perché dissemina i suoi lavori in giro per la città? Quando ormai credeva di aver perso interesse in ogni cosa, Hartley si ritrova coinvolto in un’irresistibile caccia al tesoro. Accetta la sfida e, una cartolina dopo l’altra, compone i pezzi di una storia che sembra tanto simile alla sua e impara a conoscere una voce, quella di g.o., che chiede solo di essere ascoltata, e forse proprio da lui.
Primo punto che vorrei specificare ancora una volta: non mi piace etichettare i libri per fasce d'età; sono dell'idea che un buon libro per ragazzi possa essere una grande opportunità di apertura mentale per chi non è più ragazzo.
Su Instagram, ho definito questo un libro ristoratore; non perché sia una storia idilliaca, non perché sia infantile né perché faccia scoprire chissà quale nuova verità sconosciuta per risolvere i problemi che affliggono il mondo.
No, non è per questo.
“Le cose che ho capito di te” è stato per me un modo per fermarmi e fare un passo indietro, fermarmi e alternare una risata a una riflessione e un po’ a un groppo in gola e ancora a un sorriso.
La penna di Fagan è stata come uno scorrere di acqua fresca e rigenerante, una piccola scatola di metallo piena di ricordi appartenuti a qualcun altro, ma che infondono quel piacevole senso di nostalgia.
Hartley è diventato un giovane amico, un fratello minore sincero, vero, con i suoi problemi, i suoi dubbi, la sua tristezza e la sua solitudine, ma anche con la sua curiosità, il suo umorismo particolare, un misto di sarcasmo e ingenuità, Hartley con la sua forza timida, che si nasconde molto spesso, ma che a volte fa anche la sua entrata ad effetto e sorprende tutti.
Hartley è un tredicenne che si comporta da tredicenne, pensa da tredicenne, prova le emozioni che prova un tredicenne e le enfatizza, perché si ritrova davanti a problemi non così comuni, perché forse vorrebbe fare il grande, perché, ora che non c’è Jackson e non si può contare su sua sorella né sul fratellino, è lui a dover proteggere i genitori da ulteriori pensieri (per quanto Jackson non se ne sia mai preoccupato).
Il libro mi ha conquistata già dalla sua prima pagina e, come quando si ha un colpo di fulmine, ho sentito che mi sarebbe piaciuto.
È stato amore a prima vista.
L’inizio è emblematico, perché fa capire quale sarà lo stile di narrazione, come pensa e si esprime Hartley e, piano piano, ci rivela anche il suo trascorso, il suo passato prossimo, rompendo spesso e volentieri la quarta parete e facendo riferimenti alla cultura pop - soprattutto librosi -, ma il finale è catartico.
Il finale è stato bello, anche se bello è riduttivo.
Non pensate a un capolavoro della letteratura, a Hemingway o T. S. Eliot, però immaginatevi una prosa poetica, pensate a un finale di quelli che ti fanno dire “Ecco, è proprio così che sarebbe dovuta andare”, ma che, allo stesso tempo, ti sorprendono.
Un finale che ti fa sorridere e provare nostalgia insieme, proprio come il resto del libro, che si intrufola nel cuore e si appropria del suo angolino personale.
Dire che lo stile è scorrevole è quindi essere scontata, è un ragazzo che ci parla! A me ha ricordato molto “Il curioso caso del cane ucciso a mezzanotte”, però più coeso, ancora più piacevole da leggere.
La trama è interessante, originale e i personaggi si lasciano introdurre dal protagonista-narratore, il cui racconto viene a volte interrotto da dei misteriosi capitoli in typewriting dedicati a g. o. e si arricchisce di temi svariati, dal più serio al più ingenuo.
Un libro che si fa leggere e che si dovrebbe leggere, una lettura che sono felicissima di aver fatto e che mi ha trasmesso tanto e che, nonostante la serietà di alcuni momenti, mi ha tranquillizzata.
Voi che mi dite? Avete lo stesso parere sui cosiddetti “libri per ragazzi”?
Fatemelo sapere nei commenti e, se vi è piaciuta questa recensione, lasciatemi un cuoricino, please <3
Come al solito, prima di salutarvi, vi lascio un po' di link utili e un'immagine per vedere chi ha partecipato a questo evento con me... Alla prossima balbettata! ;)
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