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#ReviewParty "Poirot - Tutti i racconti", Agatha Christie: cosa ne pensa Babbling Babook?


Miei balbettanti, state seguendo le tappe di questo baffuto e scaltro evento?

Altro aspetto che aggiunge punti a questa edizione è la presenza di alcune bellissime illustrazioni (che vi mostrerò su Instagram quando avrò il cartaceo tra le mani) che affiancano il testo e permettono di immaginare meglio locandine, biglietti da visita e alcune scene descritte: una vera delizi!


Ecco i racconti che ho letto:


L'espresso per Plymouth

La scatola di cioccolatini

La dama velata

A mezzanotte in punto

Il mistero di Market Basing

L'avventura della cuoca di Clapham


Preceduti da un'introduzione al personaggio da parte di Marco Amici - che mi ha permesso di approfondire ulteriormente la conoscenza di Poirot, proprio come era avvenuto con "Testa d'uovo" -, la raccolta comprende ben 59 racconti (proprio tutti tutti) del famoso investigatore e, inoltre, una originalissima lettera finale da parte dello stesso Hercule all'editore, una chicca che risponde ad alcune domande e fa venire il sorriso sulle labbra ad ogni frase, proprio nel suo perfetto stile pungente ed estremamente intelligente.

Altro aspetto che aggiunge punti a questa edizione è la presenza di alcune bellissime illustrazioni (che vi mostrerò su Instagram quando avrò il cartaceo tra le mani) che affiancano il testo e permettono di immaginare meglio locandine, biglietti da visita e alcune scene descritte: una vera delizia!


Parliamo, però, del cuore di questo Drago: i racconti.

Ho sempre ammirato gli autori che riescono a elaborare una storia misteriosa, un giallo in poche pagine, perché credo sia il genere più difficile da rendere breve, quello che richiede più sviluppo, più parti, di essere prolisso: ci vuole un'introduzione, un delitto, degli indizi, dei sospettati, dei ragionamenti e una soluzione; è difficile farlo in poche pagine.

Tuttavia, ci sono autori che ci riescono - o che ci sono riusciti - e, ovviamente, la Christie è tra questi.

Sicuramente è d'aiuto il fatto che il protagonista - e l'amico e aiutante Hastings, narratore di questi racconti - siano già comunemente conosciuti dal lettore e non necessitino di vere presentazioni o che, comunque, anche un lettore non ancora in confidenza con la penna della regina del giallo riesce a conoscere molto facilmente attraverso il loro modo di esprimersi e comportarsi.


Possiamo dire che il modus operandi sia molto simile a quello che Doyle usava per i racconti su Sherlock Holmes, con l'amico e aiutante Watson che ne raccontava le avventure, lasciando a volte allo stesso Holmes la parola (come avviene a volte anche in questi racconti su Poirot), nonostante - o forse ne è la spiegazione? - Poirot si prenda gioco delle stesse storie di Holmes, definendole piene di errori: che la Christie abbia voluto rimediare ad alcuni "errori" di Doyle?


I racconti, quindi, si presentano sicuramente come più semplici rispetto ai lunghi romanzi dedicati all'investigatore baffuto, però mai banali o poco intriganti. Forse c'è meno modo di caratterizzare moltissimo i personaggi che vengono incontrati, ma si riescono facilmente a conoscerne i tratti e le indagini restano ricche di cavilli, dettagli, indizi, trappole e tanti modi per mettere in moto le "celluline grigie" di Poirot, di Hastings e di chi legge.

Anche nei racconti, il lettore segue attentamente il tutto, si lascia guidare dalle intuizioni dell'esperto, ascolta gli indiziati e i testimoni, nota alcune stranezze sulla scena del crimine, ma, alla soluzione, ci arriva sempre un minuto dopo di Poirot.

È proprio questo il fascino di queste storie: gusti l'indagine, ti incuriosisci, ma non vedi l'ora di ascoltare la soluzione inaspettata e l'intricata sua spiegazione da parte di Poirot, che sarà capace di fartela sembrare semplice, "ovvia" per l'occhio più attento... ma solo il suo è l'occhio più attento.


Il punto di forza dello stile narrativo - sempre molto scorrevole - restano i dialoghi, estremamente intriganti e coinvolgenti e il più delle volte resi fluidi dalla mancanza di intermezzi che altrimenti ne romperebbero il flusso.

In questa opera più che nelle altre lette, ho avuto modo di collegare questa scelta del dare importanza ai dialoghi piuttosto che alle descrizioni o alla narrazione pura all'importanza che il protagonista dà alla psicologia piuttosto che alle prove tangibili: la soluzione si cela nelle parole, nei comportamenti, nei piccoli dettagli - visibili o intuibili che siano - che nessuno nota, non in impronte, armi del delitto, cenere di sigaretta o macchie di sangue.


I racconti si compongono di circa una decina di pagine ciascuno, ma non per questo si ha mai la sensazione che si vada di fretta, che ci si perda qualcosa o che ci siano dei buchi di trama.

Tutto fila.

Tutto merito di Poirot, no?


Come ho detto all'inizio, io ho letto solo sei dei racconti presenti, ma voglio recuperare gli altri al più presto, magari col cartaceo sotto mano e leggendoli pochi per volta e a caso col mio ragazzo (sì, con Mister Duck, proprio lui), modalità che, in casi come questi, preferisco in assoluto.


Prima di lasciarvi, però, ci terrei a dirvi qualcosina - evitando spoiler vari - su ognuno di essi, se vi va.


L'espresso per Plymouth


Un delitto dalla soluzione semplice e complicata allo stesso tempo: se io vi dicessi il colpevole - ma anche i semplici sospettati - senza spiegarvi alcun contesto, accusereste la Christie di essersi avvalsa di un banale cliché. Se, però, io vi dicessi i trascorsi che ci sono dietro, il modo in cui è stato messo in atto l'assassinio e come alcuni personaggi che all'inizio sembravano scontatamente destinati a diventare importantissimi, ma che poi non c'entrano nulla - o, meglio, se leggeste la storia -, vi accorgereste che non c'è nulla che assomigli lontanamente a un cliché e che nulla è come sembra.


La scatola di cioccolatini


Una storia particolare, la storia di un fallimento di Monsieur Poirot, ma non nell'accezione che daremmo noi alla parola ed è proprio questo "gioco" che tiene in costante aumento la curiosità del lettore: noi siamo curiosi di capire in cosa abbia sbagliato l'infallibile Poirot, cosa della perfetta indagine che stava conducendo sia andata storta, quale inganno l'abbia fatto cadere in trappola, ma, alla fine, è tutto diverso da ciò che ci siamo inizialmente immaginati. Il colpevole non è quello che abbiamo accusato, ma non è solo questo il punto: è il significato della parola "fallimento" ad essere diverso per noi e per l'investigatore e la spiegazione che dà al suo concetto di fallimento è ancora più interessante della risoluzione del delitto.


La dama velata


Questo, proprio come da mia aspettativa, è stato quello probabilmente più eccitante e più "velato". È un caso certamente diverso dagli altri, senza un omicidio di mezzo e inizialmente più vicino ad un'avventura adrenalinica che ad un'indagine. La Christie, però, ha come principale obiettivo quello di sorprenderci e di non lasciare nulla al caso, nemmeno quelle che sembrano frasi dette per caso, giusto per cominciare un discorso, giusto per non iniziare in medias res. Il finale di questo racconto mette insieme persino quei pezzi che il lettore - come Hastings - non credeva nemmeno facessero parte del puzzle completo.


A mezzanotte in punto


Un altro riscatto richiesto, un altro lavoro per Monsieur Poirot con lo scopo di non pagarlo e di risolvere diversamente il caso.

Un altro specchio per le allodole, un'altra farsa, un'altra messinscena.

Altre bugie individuate e smascherate con abilità, altri sospettati insospettabili per noi comuni mortali, altri giochetti di parti.

Poirot non si smentisce mai e trova subito il granello di polvere fuori posto, portando a galla verità che sembrerebbero scandalose a chiunque e che sorprendono come poche.


Il mistero di Market Basing


Potrebbe mai Poirot andare per davvero in vacanza? "Le crime il est partout", come dice lui stesso e anche questa volta non potrà godersi del meritato riposo in campagna, anche se forse Poirot trova la sua pace interiore proprio nel risolvere ciò che è problematico.

Qui, oltre ai soliti vista ed udito, gioca un ruolo importante l'olfatto, altro senso che l'investigatore possiede in maniera più sviluppata di chiunque altro e che lo accompagna sulla strada verso la soluzione.

Qui, è il movente il vero traguardo da raggiungere, il mistero da risolvere.

Qui, Poirot non smette ancora una volta di stupire.


L'avventura della cuoca di Clapham


Secondo Poirot, uno dei casi più interessanti che gli siano capitati.

Un caso nato tra pagine di giornali, bauli, annunci e "cose insignificanti e di poco conto" che, sempre secondo Poirot, non andrebbero mai disprezzate.

Questa storia rende evidente l'importanza dei piccoli dettagli nei casi di Poirot, i piccoli tasselli da tenere in conto per ottenere la grande opera finale.

"Una domestica scomparsa da una parte, un omicidio a sangue freddo dall’altra.", qualcosa a cui pochi farebbero caso contro una che rende subito scalpore.

Questa storia porta ancora di più alla luce l'abilità di un investigatore attento anche alle più piccole delle cose... o delle persone.


Vi ho incuriositi abbastanza?

Fatemelo sapere con un cuoricino e una balbettata nei commenti!


Come sempre, vi lascio qualche link utile e una bella immagine per tenere sott'occhio tutte le date di questo bellissimo evento organizzato da La stanza dei libri e Infermiera Nerd per #Mondadori, che ringrazio tanto; inoltre, vi lascio il link della presentazione dell'evento, dove potrete trovare le informazioni su questo nuovo Drago, e della recensione di "Testa d'uovo" e "Arsenico e tazze di tè" dedicati a Poirot e Miss Marple che vi ho nominato all'inizio della recensione.

Alla prossima balbettata! ;)




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